L’acqua è un bene prezioso, ma a causa dei cambiamenti climatici che portano siccità, sta diventando evidente la necessità di tutelarla. Un modo per salvaguardare l’acqua è il recupero dell’acqua piovana; anche se è un’abitudine radicata in molti Paesi, in Italia è ancora considerata una pratica fuori dal comune.
Perché recuperare l’acqua piovana?
Come già detto, la siccità che sta colpendo regioni che non hanno mai avuto problemi idrici e il persistente consumo smodato dell’acqua potabile, sta mettendo a repentaglio le risorse idriche del Paese.
È utile recuperare l’acqua piovana per ridurre l’uso di acqua potabile, non ultimo per avere una riduzione dei consumi in bolletta.
Come riutilizzare l’acqua piovana?
Ogni comune ha la propria normativa che regola l’utilizzo delle acque di recupero, ma in linea generale è fatto obbligo di non utilizzarla per scopi alimentari, in quanto contaminata da smog o altri agenti nocivi. Tuttavia può essere impiegata per altri scopi. Primo fra tutti l’irrigazione di giardini e orti. Inoltre, se si predispone di un impianto adeguato, può essere utilizzata per il funzionamento degli elettrodomestici come la lavatrice o per lo scarico delle acque nere dell’impianto sanitario.
Come raccogliere l’acqua piovana?
In commercio esistono serbatoi adatti ad ogni esigenza, completi di sistema di filtraggio e distribuzione tramite pompe. Ma può anche essere raccolta, più semplicemente, posizionando un contenitore al termine della grondaia o creando una sorta di imbuto con un telo di plastica il quale convoglierà l’acqua in un recipiente.
Quali sono i vantaggi?
Il vantaggio principale è sicuramente la sostenibilità e la riduzione della dipendenza dalle fonti idriche, ma non va sottovalutato anche il risparmio economico dovuto al calo dei consumi dalla rete idrica.
Fonti: www.immobiliare.it , www.casaoggidomani.it